Il Tempio di Giove Statore nel Foro Romano. Il giorno 8 novembre del 63 a.C. M. Tullio Cicerone nel tempio di Giove Statore riunì il Senato in difesa dello Stato romano denunciando con la sua orazione, divenuta poi celebre, la congiura di Catilina. La scelta di questo tempio come luogo per riunire il Senato in difesa della Repubblica era di grande significato politico e ideologico, infatti, il tempio era stato fondato da Romolo nel luogo esatto, dove i Romani, incalzati dai Sabini, avevano arrestato la loro turpe fuga e protetto lo Stato.
Durante lo scontro con i Sabini, seguito al famoso episodio del ratto delle sabine, l’esercito romano fu costretto a ritirarsi verso il Palatino risalendo la Sacra Via. Giunto ormai all’altezza di Porta Mugonia, una porta della cinta palatina, Romolo pregò Giove, facendo voto di dedicare al dio un tempio nel caso in cui avesse ridato coraggio ai suoi uomini e fermato l’avanzata sabina. La preghiera fu ascoltata e i Romani riuscirono a resistere e a difendere la città dai Sabini. Il culto di Giove Statore introdotto da Romolo era in origine un santuario all’aperto e fu trasformato in un vero edificio templare solamente nel 294 a.C. dal console M. Attilio Regolo, in seguito ad una vittoria sui Sanniti.
La posizione del tempio di Giove Statore, inserito dai Cataloghi Regionari nella quarta regione, non si può determinare con sicurezza ma certamente si trovava nel Foro subito fuori Porta Mugonia e alla fine della Via Sacra, eretto nel punto dove secondo la leggenda l’esercito romano si era fermato grazie all’intervento di Giove Ottimo Massimo. Alcuni ruderi ancora visibili nei pressi dell’Arco di Tito, che sembrano appartenere al podio di un edificio, in passato erano stati messi in relazione con il nostro tempio. Sulla base di un’ipotesi recente si preferisce riconoscere il tempio di Giove Statore nel cosiddetto tempio di Romolo (il figlio di Massenzio), che si trova accanto alla basilica di Massenzio.