Il tempio di Antonino e Faustina. Il regno di Antonino Pio (138-161 d.C.) segue quello di Adriano e precede quello di Marco Aurelio: la caratteristica principale di questo periodo è la pace, garantita dal fatto che questi imperatori governano tutti in accordo con il senato.
Se il matrimonio di Adriano con Sabina non era stato dei più felici, quello di Antonino Pio con Faustina Maggiore lo fu a tal punto che agli occhi del popolo la concordia della famiglia reale s’identificò con la pace dell’impero. Il loro matrimonio fu privo di sotterfugi e delle sottili macchinazioni di palazzo, che di solito contraddistinguono i matrimoni degli imperatori. I due ebbero dodici figli, dei quali però sopravvissero solo figlie femmine: una di queste sposerà Marco Aurelio. Quando nel 141, all’età di trentasei anni Faustina morì, la sua persona fu divinizzata e Antonino le eresse un tempio, che fu realizzato per volontà del senato e ancora oggi si conserva nel Foro Romano. Questo tempio può essere considerato il simbolo stesso della loro famiglia, poiché quando all’età di settantacinque anni l’imperatore morì, il senato fece aggiungere all’iscrizione anche il suo nome.
Sull’architrave è ancora possibile leggere: Divo Antonino et I Divae Faustinae ex S(enatus) c(onsulto). Il senatoconsulto era una deliberazione del senato e che in questo caso era stato necessario per disporre la divinizzazione dei due coniugi, da solo però non bastava, occorreva un prodigio, cioè che qualcuno avesse visto l’anima dell’imperatore ascendere in cielo su un’aquila.
Questo tempio contrassegna bene il classicismo tipico di questo periodo, uno stile nato dalla melanconia dell’imperatore Adriano, freddo, impeccabile e quasi nostalgico, e che ora con Antonino Pio si colorisce un poco di virtuosismo. La funzione della decorazione del fregio è quella di esprimere attraverso grifi, ghirlande e crateri, il concetto d’immortalità della famiglia imperiale, che per estensione di significato era anche l’immortalità dell’Impero. Delle statue di culto è stato ritrovato un frammento della statua di Faustina, che conosciamo poiché è rappresentata su delle monete. I marmi sono d’importazione, ma la mano degli artisti che ne ha sagomato le forme è romana, e questo è un dato importante poiché in questo periodo lavorano a Roma altre scuole di scultori, ci sono diverse maestranze che venivano dalla Grecia e dall’Asia Minore: esse creano uno stile eclettico che caratterizza appunto quest’epoca.
La posizione decisa per questo tempio, dirimpetto alla Reggia, non era casuale, e probabilmente era tesa a stabilire una relazione fra Antonino Pio e Numa Pompilio, tradizionalmente visto come il re fondatore delle istituzioni religiose. Il tempio è un prostilo esastilo, sorge su un alto podio, e il che ha permesso una certa sopraelevazione anche in epoca medievale quando il fango e i detriti avevano ricoperto gli altri monumenti della valle del foro, e questo edificio fu trasformato nella chiesa Cristiana di San Lorenzo in Miranda.