Tra le prime istituzioni museali della Roma post-unitaria, la Galleria d’Arte Moderna è probabilmente quella che ha vissuto la storia più tormentata. La sua inaugurazione, negli anni Venti del Novecento, fu infatti soltanto il punto di arrivo di una lenta e discontinua politica culturale iniziata più di quarant’anni prima, in occasione dell’Esposizione internazionale di Belle Arti del 1883, tenutasi al Palazzo delle Esposizioni. Una “campagna acquisti” resa possibile, soprattutto all’inizio, dalle Società Artistiche più attive in città – la Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, la Probitas, la Società degli Acquerellisti, la Secessione – le cui iniziative furono generosamente finanziate dal Comune di Roma con contributi ed acquisizioni. Ma, come scrive la direttrice della GAM, Giovanna Bonasegale, nel suo contributo al catalogo generale della Galleria d’Arte edito nel ’95, al contrario di quasi tutte le città capoluogo di regione, che cominciano proprio in questo periodo ad organizzare pinacoteche o musei civici con forti valenze territoriali, che fossero in grado a loro volta di attrarre artisti, “la Capitale del Regno, con una pertinacia colpevole sfiora appena il problema, lo sollecita e poi lo rinvia”. L’atteggiamento dell’amministrazione capitolina si caratterizzò infatti per una sorta di “incoraggiamento assistenziale nei confronti degli artisti, piuttosto che per un reale interesse verso la promozione delle arti”; in una città, peraltro, che guardava con molta più partecipazione al patrimonio archeologico e al glorioso passato di cui si considerava depositaria, piuttosto che all’arte contemporanea, che invece incise pochissimo sul bilancio cittadino e ancor meno sulle scelte culturali. Fu così che, anche attraverso il Comitato Storia ed Arte – l’organo preposto agli acquisti comunali istituito nell’anno 1900 – la politica delle arti figurative, per tutto il periodo prefascista, fu deciso da artisti illustri quali Ernesto Biondi, Ettore Ferrari, Filiberto Petiti, Giulio Aristide Sartorio.
Tuttavia sarà solo con l’avvento del fascismo che si porranno le basi per l’istituzione di un vero e proprio museo comunale d’arte contemporanea, con una propria sede in cui collocare le opere da esporre al pubblico. Così il 28 ottobre 1925, nel giorno del terzo anniversario della marcia su Roma, in cui veniva pubblicato il regio decreto-legge che istituiva il Governatorato della città, fu fondata la Galleria d’Arte Moderna, la quale fu aperta al pubblico il 15 gennaio dell’anno successivo. La galleria d’arte, ordinata da Settimo Bocconi, conservatore dei Musei Capitolini, era situata in alcune sale distribuite su due piani di un’ala di Palazzo Caffarelli in Campidoglio, e costituiva una sezione di un complesso museale molto più ampio che nel 1931 venne intitolato a Benito Mussolini. Inizialmente la galleria d’arte si componeva di 137 opere tra sculture, pitture e grafica, di artisti come Carlandi, Sartorio, Coleman, oltre ai 120 acquerelli di Ettore Roesler Franz della serie Roma Sparita. La collezione si arricchì però ben presto: si consideri che tra il 1931 e il ‘43 le opere acquistate nelle edizioni delle Quadriennali furono 348, con nomi come Capogrossi, Carena, Casorati, Carrà, de Chirico e Morandi.
Dopo gli anni della guerra, grazie a Carlo Pietrangeli, la galleria d’arte fu nuovamente inaugurata nel ’49 nelle sale di Palazzo Braschi (dove oggi ha sede il Museo di Roma), per poi essere spostata nel ’63 al Palazzo delle Esposizioni. Nel 1972, per i lavori del palazzo, la galleria d’arte fu disallestita e le opere chiuse nei depositi di Palazzo Braschi e di altri immobili comunali. Fino al 1995, anno in cui la Galleria d’Arte Moderna è tornata a rivivere nell’attuale sede di via Crispi 24, con una selezione dei capolavori della collezione.
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G. Bonasegale (a cura di) – Catalogo generale della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea
C. Virno (a cura di) – Catalogo generale delle collezioni. Autori dell’Ottocento
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De Grandis, Fabri, Gaeta (a cura di) – America illustrata. Catalogo della mostra
G. Bonasegale, E. Zanella (a cura di) – Da Balla a Morandi. Catalogo della mostra (Gallarate, 6 marzo-5 giugno 2005)