Nikon «il vincitore» e il monumento che celebra l’origine del potere di Augusto. Nell’accampamento romano stanziato sulle coste settentrionali dell’Epiro, in Grecia, l’esercito del futuro imperatore Augusto, che allora si chiamava Gaio Ottavio, è in attesa dello scontro decisivo con Antonio. Secondo il racconto di Cassio Dione, quella notte Gaio aggirandosi fra le tende, vide in lontananza un uomo, che arrancava su di un sentiero accidentato insieme a un somaro. Quando l’uomo e il futuro imperatore si trovarono di fronte, l’uomo disse di chiamarsi “Eutychos”, ovvero Fortunato e il suo animale “Nikon”, cioè “Vincitore”. Questi sono dunque per Cassio Dione i segni che annunciarono la vittoria di Ottaviano, e l’inizio di un’epoca di pace, la Pax Augustea.
All’alba del 2 settembre del 31 a.C., ad Azio, dopo una notte di tempesta che agitò il mar Ionio, le due flotte sono schierate per lo scontro. La flotta di Ottaviano è comandata dall’ammiraglio Marco Vipsiano Agrippa, l’altra da Antonio e Cleopatra. Nel corso dello scontro, la fuga delle navi di Cleopatra comporta la ritirata anche di Antonio, causando la sconfitta del resto della flotta che pure era rimasta a combattere. Antonio e Cleopatra sfuggono verso il loro destino, in Egitto, dove decideranno di suicidarsi.
Nel 31 a.C. Ottaviano, decide di fondare, esattamente nel luogo dove aveva disposto il suo accampamento, la sua prima colonia, che prende il nome di Nikopolis. A tre chilometri di distanza, nella collina dove aveva collocato il suo quartier generale, eresse il monumento di Azio. Tale complesso, il cui intento propagandistico è evidentissimo, era concepito come un santuario e dedicato alle divinità che avevano assistito il vincitore durante lo scontro, ovvero Poseidone, Ares e Apollo, quest’ultima divinità personale del principe. Il complesso si disponeva su due terrazze artificiali sovrapposte, sostenute da mura di terrazzamento: quella inferiore e quella superiore. In quest’ultima erano stati infissi i rostra di bronzo delle navi nemiche (rimangono gli incassi sulle pareti). Il piazzale superiore era circondato sul lato Nord da un portico colonnato, che presentava cornici in terracotta, raffiguranti delfini, lupe e gemelli, simboleggianti la vittoria di Roma sull’Egitto. Nel centro vi erano le grandi basi in pietra, attualmente visibili, forse appartenute alle due statue colossali in bronzo di Eutychos e Nikon, e un grande altare rettangolare ornato di rilievi in marmo con scene di lotta tra greci ed Amazzoni, elementi vegetali e una processione trionfale.