Il Tempio del Divo Giulio – Sono trascorsi 2057 anni dalla morte di Giulio Cesare ma ancora oggi molte persone lo ricordano portando dei fiori, nel luogo esatto dove fu cremato il suo corpo. Appiano, storico greco del II secolo, scrive: “Deposero (il corpo di Cesare) nel Foro, là dove è l’antica reggia dei Romani, e vi accumularono sopra tavole, sedili e quanto altro legname era lì… accesero il fuoco e tutto il popolo assistette al rogo durante la notte. In quel luogo venne eretta dapprima un’ara, ora vi è il tempio dello stesso Cesare, nel quale egli è onorato come un Dio”.
Dopo l’uccisione del dittatore (44 a.C.) i congiurati (Bruto e Cassio) non furono acclamati come i liberatori della repubblica, anzi il popolo, in preda al panico, provò compassione per Cesare. Nei giorni successivi poi, riportano le fonti, accaddero degli eventi prodigiosi, come l’apparizione di una grande cometa che restò visibile per ben sette notti e l’oscuramento del sole, che contribuirono ad alimentare ulteriormente la superstizione popolare e la paura.
Il tempio del Divo Giulio era dedicato quindi a Cesare, che dopo la sua morte era stato divinizzato dal Senato, primo esempio storico a Roma di divinizzazione dopo la morte, secondo quella che era la moda dei sovrani ellenistici. L’edificio fu realizzato da Augusto e dedicato il 18 agosto del 29 a.C., nel luogo esatto dove era stato cremato il corpo del dittatore e dove era stata in precedenza eretta una colonna di marmo con l’iscrizione parenti patriae (al padre della patria).
Del tempio dopo i ripetuti saccheggi avvenuti nel XV secolo, restano solo pochi resti in opera cementizia del podio. Nella parte anteriore del tempio si apre un emiciclo al cui interno sono i resti dell’altare circolare, eretto sul luogo preciso della pira funebre. Questo emiciclo fu poi chiuso con un muro rettilineo secondo Cassio Dione dallo stesso Augusto perché l’altare era utilizzato a volte come luogo di asilo politico. Il tempio era probabilmente corinzio ed era esastilo, presentava due sole colonne sui lati lunghi poiché la parte posteriore dell’edificio era interamente occupata dalla cella. Il frontone dell’edificio, come si può ricavare dalle raffigurazioni monetali, si richiamava alla miracolosa apparizione della cometa, rappresentava, infatti, al centro una stella.
Nella cella si trovava la statua di culto che raffigurava il Divo Giulio, cioè Giulio Cesare divinizzato, anch’essa presentava il capo ornato da una stella (il sidus Iulium).